Interni
Esteri
Cultura
Il Parolaio
Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime.  
 
L’Ue dice sì ai grilli sulle nostre tavole: l’assurdità di mangiare insetti per salvare il pianeta 
di Ninni Raimondi
 
L’Ue dice sì ai grilli sulle nostre tavole: l’assurdità di mangiare insetti per salvare il pianeta 
 
Dopo le tarme della farina e la locusta migratoria, ora è il turno dei grilli domestici, il terzo insetto approvato dall’Unione europea. La Commissione Ue ha infatti approvato l’immissione sul mercato di Acheta domesticus, il grillo domestico appunto, originario probabilmente dell’asia sud-occidentale e importato successivamente in America nel XVIII secolo. L’insetto, allevato e venduto soprattutto in Nord America, Cina, Giappone e Thailandia, verrà distribuito in Europa sotto forma di polvere parzialmente sgrassata, secondo quanto prevede il regolamento di esecuzione della Commissione del 3 gennaio 2023. 
 
Mangiare grilli per un’alimentazione sostenibile 
Continua l’assurda campagna dell’Ue per trasformare gli europei in dei mangia-insetti a tutti i costi: tutto questo all’insegna della Globalizzazione e dell’ “alimentazione sostenibile“. La Commissione europea ci aveva già deliziato con un disgustoso (in tutti i sensi) spot pro-insetti sul proprio account Twitter, dove i cittadini dei vari Stati membri venivano sollecitati a nutrirsi di larve, grilli e locuste per “salvare il pianeta”. Le critiche a questa operazione di marketing non mancano. Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, ha commentato: “Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma è un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile in alternativa alla nostra. Sbagliato e diseducativo presentarli come alimenti sostenibili da scegliere in alternativa alla nostra dieta perché meno impattanti sull’ambiente”. 
 
Attacco all’agroalimentare italiano 
Un vero e proprio attacco alla nostra dieta mediterranea: l’agroalimentare italiano a fronte del più alto valore aggiunto in Europa pari a 65 miliardi di euro, espressione della qualità prodotta, ha una emissione di CO2 a essa correlata pari ad 1/3 delle emissioni francesi e a metà di quelle tedesche, per non parlare del confronto con altri continenti, dove le condizioni igienico sanitarie nei paesi di produzione sono tutt’altro che rispettate. Nonostante i tentativi di Bruxelles di imporre una nuova cultura sul cibo, difficilmente un grillo potrà mai sostituire una gustosa bistecca al sangue. 
 
5 Dicembre  2023