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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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Omaggio al Presidente Silvio Berlusconi 
di Ninni Raimondi
 
 
 
Omaggio al Presidente Silvio Berlusconi 
 
Silvio Berlusconi nasce a Milano, il 29 settembre 1936 e ci ha lasciato oggi, sempre a Milano, 12 giugno 2023  
E' stato un politico e imprenditore italiano e per ben quattro volte Presidente del Consiglio. 
 
Era conosciuto anche come il Cavaliere, avendo ricevuto nel 1977 l'ordine al merito del lavoro, dal quale si è autosospeso a seguito di una condanna penale nel 2014. Dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia, nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications, rimanendo figura simbolo della sua famiglia. 
Nell'ottobre 1993 è entrato in politica e nel gennaio 1994 ha fondato Forza Italia, partito politico di centro-destra nel 2008 confluito ne Il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013.  
Le sue politiche hanno segnato la vita pubblica italiana dalla metà degli anni novanta in poi con un atteggiamento tipico che è stato definito berlusconismo, ampiamente sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando fortemente anche nella cultura di massa e nell'immaginario collettivo italiano ed estero, ma suscitando anche un duro antiberlusconismo da parte degli oppositori, che ne hanno più volte sottolineato il conflitto di interessi, accusandolo di emanazione di leggi ad personam. 
 
Eletto alla Camera dei deputati nel 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature, mentre nel 2013 è stato eletto per la prima volta senatore. Ha ottenuto quattro incarichi da Presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011).  
Con 3339 giorni complessivi, è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell'Italia repubblicana, superato in epoche precedenti solo da Benito Mussolini e Giovanni Giolitti; inoltre, ha presieduto i due governi più duraturi dalla proclamazione della Repubblica. 
Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato a 7,3 miliardi di dollari USA (circa 6 miliardi di euro), Berlusconi è stato, nel 2021, il sesto uomo più ricco d'Italia e il 318º più ricco del mondo.  
Nel 2009 Forbes lo ha classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo per il ruolo assunto nella politica italiana. 
 
È stato imputato in oltre venti procedimenti giudiziari.  
Nel 2013 è stato condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione e all'interdizione ai pubblici uffici per due anni per frode fiscale, decadendo quindi da senatore e cessando di essere un parlamentare dopo quasi vent'anni di presenza ininterrotta nelle due camere, dall'aprile 1994 al novembre 2013. 
Tornato candidabile nel 2018, è stato eletto parlamentare europeo alle elezioni europee del 2019. 
Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 ha vinto nel collegio uninominale di Monza, tornando al Senato dopo nove anni di assenza. 
 
Biografia 
Infanzia ed educazione 
Primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, trascorse la sua infanzia nel Basso Varesotto, dapprima a Saronno e poi, durante l'occupazione tedesca, a Lomazzo, mentre il padre si era rifugiato in Svizzera. Il padre Luigi era impiegato alla Banca Rasini, della quale, nel 1957, divenne procuratore generale; la madre Rosa Bossi era casalinga e in precedenza aveva lavorato come segretaria alla Pirelli.  
Oltre a Silvio, dal loro matrimonio nacquero Maria Antonietta e Paolo. 
Cresciuto nel quartiere Isola, in via Volturno, al numero 34, nel 1954 conseguì la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano. Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano dove, nel 1961, si laureò con 110/110 e lode, discutendo una tesi in diritto commerciale con relatore il professor Remo Franceschelli.  
La tesi, intitolata "Il contratto di pubblicità per inserzione", venne premiata con 500.000 lire dall'agenzia pubblicitaria Manzoni di Milano.  
Dopo la laurea, venne dispensato dal servizio militare 
 
 
Relazioni sentimentali 
Nel 1964 conobbe Carla Elvira Lucia Dall'Oglio, che sposò a Milano, nella parrocchia di viale San Gimignano, il 6 marzo 1965 e dalla quale ebbe in seguito i due figli: Maria Elvira, detta Marina e Pier Silvio. 
Nel 1980, al Teatro Manzoni di Milano conobbe l'attrice Veronica Lario, nome d'arte di Miriam Bartolini, intraprendendo subito con lei una relazione extraconiugale, facendola trasferire a vivere insieme alla madre di lei nella sede operativa della Fininvest, presso villa Borletti di via Rovani a Milano. Nel 1985 Berlusconi divorziò da Carla Dall'Oglio e ufficializzò la relazione con Veronica, che sposò con rito civile a Milano il 15 dicembre 1990, i testimoni furono i coniugi Craxi (Bettino aveva già fatto il padrino di battesimo a Barbara), Fedele Confalonieri e Gianni Letta.  
La coppia si unì dopo la nascita dei tre figli: Barbara, Eleonora e Luigi.  
Il 2 maggio 2009 Veronica Lario annunciò di voler chiedere la separazione. 
 
Nel dicembre 2012 la sentenza di separazione non consensuale depositata al tribunale di Milano pose fine al matrimonio con la Lario e fissò in 3 milioni di euro l'assegno di mantenimento che Berlusconi doveva versarle mensilmente. Tuttavia, gli avvocati difensori di Berlusconi presentarono ricorso contro la decisione dei giudici sulla sentenza di primo grado e tale richiesta fu resa nota e formalizzata nel marzo 2013.  
Il 23 giugno 2015, in sede di divorzio, la Corte d'assise di Monza decise di ridurre di oltre la metà tale assegno, portandone la cifra a 1,4 milioni di euro al mese; Il 16 novembre 2017, la Corte d'appello di Milano ha però ribaltato la sentenza di primo grado, disponendo l'annullamento dell'assegno mensile ed obbligando inoltre la Lario a restituire l'intera somma fino ad allora percepita da Berlusconi (circa 60 milioni di euro); contro questa sentenza, la Lario aveva presentato, all'inizio del 2018, ricorso in Cassazione, che però, il 30 agosto 2019, ha confermato la sentenza d'appello, obbligando quindi definitivamente la donna a restituire l'intera somma all'ex marito.  
In seguito ad un accordo extra-giudiziale raggiunto dai due ex coniugi, la Lario non ricevette più il mantenimento da Berlusconi, ma al contempo non avrebbe dovuto restituire quanto già ricevuto. 
Nel 2012 Berlusconi si è fidanzato con Francesca Pascale, showgirl e tra le fondatrici del club "Silvio ci manchi" e candidata alle elezioni provinciali del 2009 (anche se sin dal gennaio 2011 aveva dichiarato di avere una nuova compagna, pur non rivelandone l'identità).  
Alla fine del 2019 la relazione con Francesca Pascale si conclude, come confermato ufficialmente il 5 marzo 2020 con un comunicato di Forza Italia. 
Dal 2020 alla morte Berlusconi è stato fidanzato con Marta Fascina, deputata di Forza Italia eletta nel 2018 nella circoscrizione Campania 1. 
 
Residenze 
Dal 1974 al 2013 Berlusconi ha avuto la sua residenza ufficiale ad Arcore, presso la settecentesca Villa San Martino sita in Viale San Martino, acquistata dalla marchesa Annamaria Casati Stampa di Soncino, figlia ed erede dello scomparso marchese Camillo per tramite dell'avvocato Cesare Previti che sino alla emancipazione era stato il suo tutore legale.  
La villa, passata di mano insieme ad alcuni terreni circostanti per 750 milioni di Lire, fu nel 1983 accettata dalla Cariplo come garanzia per un prestito di circa 7 miliardi di lire. 
Dal settembre 2013 al dicembre 2020 ha risieduto ufficialmente a Roma, presso Palazzo Grazioli, in Via del Plebiscito. 
Dal 2021 e fino alla morte ha avuto una nuova residenza ufficiale, Villa Grande (detta anche Villa Zeffirelli, in quanto in precedenza appartenuta al celebre regista Franco Zeffirelli, amico personale di Berlusconi, nonché ex membro di Forza Italia), sita sempre a Roma, fra l’Appia Antica e l’Appia Pignatelli, facente parte di un comprensorio di dimore gentilizie realizzato a partire dagli anni 1930 dalla famiglia Papa.  
La dimora di fatto apparteneva già a Berlusconi dal 2001, allorché l'aveva comprata per poi lasciarla in comodato d'uso al regista (in difficoltà nel far fronte a un'ipoteca che gravava sull'immobile) per il resto dei suoi giorni; alla morte di Zeffirelli, la dimora è stata profondamente ristrutturata e riarredata. 
 
 
 
 
Attività imprenditoriale 
Edilizia 
Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa, iniziò l'attività di agente immobiliare e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio). 
Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d'opera accomandatario, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico sono soci accomandanti.  
In quest'azienda, Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziaria Finanzierungsgesellschaft für Residenzen AG di Lugano. Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini. 
Nel 1964, l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4 000 abitanti.  
I primi condomìni sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità. 
 
Berlusconi riceve l'onorificenza di cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone 
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista da Leonardo Bonzi 712000 m² di terreni nel comune di Segrate, per i quali questi aveva già ottenuto tra il 1962 ed il 1965 dal comune l'autorizzazione a costruire per 2,5 milioni di metri cubi in cambio dell'impegno a provvedere alle opere di urbanizzazione.  
Nel 1969 il comune rilascia una prima licenza edilizia ma i lavori sono rallentati da una serie di ostacoli posti da vari organi di controllo, in particolare la Giunta provinciale amministrativa. Solamente nel 1972 la situazione si sblocca, in seguito all'insediamento di una nuova giunta nel comune di Segrate e al parere favorevole della Commissione regionale di controllo, investita delle funzioni precedentemente attribuite alla Giunta provinciale amministrativa. Nell'area sorgerà Milano 2.  
La vicenda con cui ottenne a Roma il cambio di talune rotte aeree dell'aeroporto di Linate — le cui intollerabili onde sonore, superiori a 100 decibel, rendevano arrischiato l'investimento e difficoltosa la vendita degli appartamenti — fu ricostruita da Camilla Cederna come frutto di un'intensa attività di lobbying presso i Ministeri competenti. 
 
Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, quest'ultima socia accomandante, con i finanziamenti della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG di Lugano. Nel 1973 viene fondata la Italcantieri Srl, trasformata poi in SpA nel 1975, con Silvio Berlusconi quale presidente. I capitali sono di due fiduciarie svizzere e precisamente della Cofigen, legata al finanziere Tito Tettamanti e alla Banca della Svizzera Italiana e della Eti AG Holding di Chiasso il cui amministratore delegato è Ercole Doninelli.  
Nel 1974 viene costituita a Roma l'Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell'Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari), con il finanziamento di due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro, la Servizio Italia Fiduciaria Spa e la Società Azionaria Fiduciaria. 
Il 2 giugno 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della repubblica Giovanni Leone. 
Nel gennaio 1978, viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione con l'Immobiliare San Martino Spa. 
 
 
 
 
Televisioni 
Dopo l'esperienza in campo edilizio, Berlusconi allarga il proprio raggio d'affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n. 202 della Corte costituzionale apre la strada all'esercizio dell'editoria televisiva, fino ad allora appannaggio esclusivo dello Stato. 
Nel 1976, Berlusconi rileva Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj. Si tratta di una televisione via cavo, operante dall'autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5 e assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti. Sempre nel 1978, Berlusconi fonda Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell'imprenditore. 
 
Per il canale ha acquistato, nel 1980, i diritti televisivi del Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana, solitamente trasmesso dalle reti RAI. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottiene dalla Rai l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d'Italia l'evento viene trasmesso in differita utilizzando un consorzio di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale, metodo sfruttato anche in seguito per aggirare il divieto di trasmissione nazionale, ancora vigente per le emittenti private: si registra con un giorno d'anticipo il palinsesto e le pubblicità e li si trasmette il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia. 
Nel 1982 il gruppo si allarga con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all'epoca controllato dall'editore Mario Formenton), stabilendo di fatto un vero e proprio duopolio televisivo con la televisione di stato, la RAI, grazie anche a una spregiudicata campagna acquisti per attirare i divi televisivi degli anni ottanta verso il nuovo polo televisivo. 
Nel 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. L'azione giudiziaria viene fermata dopo pochi giorni dal governo guidato da Bettino Craxi che, con un apposito decreto legge, legalizza la situazione della Fininvest. 
Il gruppo Fininvest riesce perciò, grazie ai propri appoggi politici e "forzando" la legislazione di quegli anni, a spezzare l'allora monopolio televisivo RAI. Nel 1990 la Legge Mammì stabilizza lo stato di fatto, rendendo definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati. 
Negli anni seguenti il gruppo si diffonde in Europa: in Francia fonda, nel 1986, La Cinq (poi parzialmente ceduta a soggetti terzi e chiusa nel 1992), in Germania, nel 1987, Tele 5 (Telefünf; ceduta a Leo Kirch, chiude nel 1992, per poi riaprire nel 2002 ad opera di Tele München), in Spagna Telecinco (fondata nel 1990 e ancora oggi attiva). 
 
 
 
 
Editoria e altri media 
Nel campo editoriale diventa, ed è, il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori (in cui è confluita negli anni novanta la Silvio Berlusconi Editore, fondata dal magnate milanese negli anni ottanta e attiva nella stampa periodica, e che comprò TV Sorrisi e Canzoni) con una manovra che causerà un contenzioso e la Giulio Einaudi Editore (comprata dalla prima), e di alcune rilevanti case minori (Elemond, Sperling & Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, Editrice Poseidona). 
Nel 1977 entrò nella società del quotidiano il Giornale con una quota del 12% e nel 1979 aumentò la sua quota al 37,5%, diventando azionista di riferimento. 
Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002, attraverso Fininvest, di Blockbuster Italia. Controlla inoltre il gruppo Medusa Film. 
Nel 2007, Berlusconi, tramite Trefinance (una controllata del gruppo Fininvest), ha finanziato OVO s.r.l., una media company il cui progetto è realizzare un'enciclopedia video formata da centinaia di brevi clip di carattere enciclopedico (storia, fisica, arte, letteratura, biografie, ecc.); uno dei canali della stessa doveva chiamarsi OVOpedia. 
Il progetto, sebbene non fosse ancora stato reso pubblico (il lancio era previsto nel primo trimestre del 2009), è stato accusato di revisionismo, perché sarebbe stato teso a controbattere la storiografia dominante che secondo Berlusconi sarebbe controllata dalla sinistra; la società è attualmente in liquidazione. 
 
Grande distribuzione e assicurazioni 
Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, acquisendo il gruppo Standa dalla Montedison nel 1988 e i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini nel 1991. Nel 1995 il gruppo Standa vende Euromercato al gruppo Promodès-GS. 
Nel 1998 scorpora e vende il gruppo Standa; la parte "non alimentare" al gruppo Coin e la parte "alimentare" a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa successivamente alla sua entrata in politica, affermando che in Comuni gestiti da giunte di centro-sinistra non gli concedevano le necessarie autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita. Secondo i critici di Berlusconi l'acquisizione e la successiva vendita della Standa sarebbe stata determinata dalla volontà di creare una liquidità per il gruppo Fininvest, che attraversava un difficile periodo tra il 1990 e il 1994 (egli stesso aveva asserito di essere esposto con le banche per una cifra in lire di diverse migliaia di miliardi). 
Il Gruppo Fininvest, con le partecipazioni nelle società Mediolanum e Programma Italia, ha una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari. 
 
 
 
 
Sport 
Nonostante in precedenza avesse espresso interesse ad acquistare l'Inter, il 20 febbraio 1986 Berlusconi divenne proprietario del Milan, club calcistico di cui è stato presidente dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017. La carica è rimasta formalmente vacante dal 21 dicembre 2004 al 15 giugno 2006 e dall'8 maggio 2008 al 1º dicembre 2011, in quanto dimissionario a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse nel periodo in cui è stato presidente del Consiglio dei ministri e dal 29 marzo 2012 al 13 aprile 2017, quando ha ricoperto la carica di presidente onorario. 
Il 13 aprile 2017, dopo mesi di trattative, la holding della famiglia Berlusconi, la Fininvest, comunicò di aver ceduto la totalità delle quote del Milan in suo possesso all'imprenditore cinese Li Yonghong. 
Durante il periodo in cui Berlusconi deteneva la maggioranza azionaria, il Milan ha vinto 8 campionati italiani, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 UEFA Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per club FIFA, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni. 
Nei primi anni 1990 Berlusconi aveva esteso l'attività sportiva del Milan, trasformandolo in una società polisportiva, costituita comprando i titoli sportivi di società lombarde di varie discipline quali baseball, rugby, hockey su ghiaccio, pallavolo.  
La polisportiva si sciolse nel 1994, dopo la vittoria elettorale: le squadre in essa confluite (Amatori Milano di rugby, Gonzaga Milano, già Mantova, di pallavolo, Devils Milano di hockey e Milano Baseball) seguirono destini diversi. 
Il 28 settembre 2018, tramite la Fininvest, è divenuto proprietario del Monza, club calcistico allora militante in Serie C. Nel 2020 ha ottenuto la promozione in Serie B e nel 2022 in Serie A. 
 
Assetto societario 
All'atto di entrare in politica, Silvio Berlusconi ha lasciato tutte le cariche sociali che ricopriva nelle sue imprese, rimanendo proprietario. 
Nel 2011 Forbes stima tutto il patrimonio di Berlusconi in 7,8 miliardi di dollari americani, in calo rispetto ai 9 miliardi del 2010. Questa stima è fatta tenendo conto che Silvio Berlusconi risulta in possesso del 99,5% delle azioni della società Dolcedrago S.p.A (il restante 0,5% è diviso in parti uguali tra i figli Marina e Piersilvio). La Dolcedrago possiede e gestisce le principali proprietà immobiliari di Berlusconi, tra cui la Villa San Martino ad Arcore, due ville a Porto Rotondo (le confinanti Villa Certosa e Villa Stephanie), una a Macherio, Lesa, Lesmo e alle Bermuda.  
La Dolcedrago S.p.A controlla anche le quote di maggioranza di altre piccole e medie società immobiliari italiane e detiene il totale controllo della Videodue S.r.l, società che gestisce i diritti di 106 film. 
 
Silvio Berlusconi possiede inoltre il 61% di Fininvest.  
La quota restante è nelle mani dei cinque figli (7,65% a testa per Marina e Pier Silvio e 7,143% a testa a Barbara, Eleonora e Luigi). Fininvest controlla a sua volta Mediaset (38%), Mondadori (50%), Mediolanum (35%) e Teatro Manzoni (100%). 
Intestati alla persona di Silvio Berlusconi risultano inoltre cinque appartamenti a Milano (di cui uno in comproprietà), un terreno in Antigua e Barbuda e tre imbarcazioni. 
 
 
 
 
Esordi in politica e sostegno al Partito Socialista Italiano 
Le primissime prese di posizione politiche di Berlusconi in pubblico risalgono al luglio 1977, allorché sostenne la necessità che il Partito Comunista Italiano (che l'anno precedente aveva superato il 34% dei voti) "rimanesse confinato all'opposizione dall'azione di una Democrazia Cristiana trasformata in modo da recuperare al governo il Partito Socialista Italiano", alla segreteria del quale era asceso nel luglio del 1976 Bettino Craxi.  
L'incontro tra i due era stato propiziato a metà anni settanta dall'uomo di fiducia di Craxi, l'architetto milanese Silvano Larini. Craxi e il PSI mostreranno per tutti gli anni successivi una significativa apertura verso le TV private, culminata con il varo del cosiddetto "decreto Berlusconi" del 16 ottobre 1984 e con la sua reiterazione attraverso il "Berlusconi bis" nel successivo 28 novembre. 
Nel corso degli anni ottanta e fino al 1992, Berlusconi sosterrà sui suoi network con molteplici spot elettorali il PSI e l'amico Bettino. Nel 1984, Craxi è padrino di battesimo di Barbara Berlusconi. Nel 1990, alla celebrazione del matrimonio tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi, Anna Maria Moncini (moglie del leader socialista) e Gianni Letta sono i testimoni di nozze per la sposa, mentre Craxi e Fedele Confalonieri lo sono per lo sposo. 
 
Come ulteriore testimonianza della vicinanza di Berlusconi a Craxi, va ricordata la realizzazione di uno spot televisivo di ben 12 minuti, girato dalla regista Sally Hunter e presentato nella primavera del 1992 per essere trasmesso sulle emittenti di Berlusconi nel corso della campagna elettorale, nel quale compare lo stesso Berlusconi vicino ad un pianoforte che, commentando l'esperienza dei governi presieduti da Bettino Craxi (1983-1987), dichiara: «Ma c'è un altro aspetto che mi sembra importante, ed è quello della grande credibilità politica di quel governo. La grande credibilità politica sul piano internazionale, che è - per chi da imprenditore opera sui mercati - qualcosa che è necessario per poter svolgere un'azione positiva in ambienti anche politici sempre molto difficili per noi italiani, e qualche volta addirittura ostili». 
Infine, nell'ultimo periodo politico di Craxi, in occasione dell'ennesima richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla magistratura contro l'ex leader socialista e respinta dalla Camera, Berlusconi espresse pubblicamente la propria solidale soddisfazione. 
 
 
 
 
"Discesa in campo" 
Nel novembre 1993, in occasione delle elezioni comunali di Roma, intervistato all'uscita dell'Euromercato di Casalecchio di Reno, auspicò la vittoria di Gianfranco Fini, all'epoca segretario del Movimento Sociale Italiano, che correva per la carica di sindaco contro Francesco Rutelli. 
Nell'inverno del 1993, in seguito al vuoto politico che si era formato dopo lo scandalo di Tangentopoli, Berlusconi decide di scendere direttamente in prima persona nell'arena politica italiana. Dall'esperienza dei club dell'Associazione Nazionale Forza Italia, guidati da Giuliano Urbani e dalla diretta discesa in campo di funzionari delle sue imprese, soprattutto di Publitalia '80, nasce così il nuovo movimento politico Forza Italia, uno schieramento di centrodestra che, nelle intenzioni, deve restituire una rappresentanza agli elettori moderati e contrapporsi ai partiti di centrosinistra. E proprio il 26 gennaio 1994, giorno della sua discesa, rilascia una dichiarazione preregistrata a tutte le televisioni e in cui afferma la sua scelta con queste parole: 
 
«L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d'imprenditore. Qui ho anche appreso, la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature, e da uomini legati a doppio filo, a un passato politicamente ed economicamente fallimentare.» 
 
Allo stesso tempo Berlusconi dà le dimissioni da alcuni incarichi di imprenditore presso il gruppo da lui fondato (affidando la gestione ai figli o a persone di fiducia e mantenendone la proprietà). 
L'eleggibilità di Berlusconi è anche oggetto di dibattito, in relazione all'articolo 10 del D.P.R. n. 361 del 1957[82], secondo cui «non sono eleggibili [...] coloro che [...] risultino vincolati con lo Stato [...] per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». Nel luglio 1994 la Giunta per le elezioni (con la presenza di due terzi dei deputati) respinge a maggioranza tre ricorsi che lamentavano l'illegittimità dell'elezione di Berlusconi. La stessa questione verrà ridiscussa nell'ottobre 1996 dalla Giunta per le elezioni che, a maggioranza, delibererà di archiviare i reclami per "manifesta infondatezza". 
 
Campagna elettorale ed elezioni del 1994 
Sovvertendo le previsioni espresse dai principali quotidiani nazionali, le elezioni politiche del 27 marzo 1994 si concludono con la vittoria elettorale di Forza Italia in corsa con la Lega Nord di Umberto Bossi nelle regioni settentrionali e l'MSI di Gianfranco Fini nel resto d'Italia.  
Negli ultimi mesi di campagna elettorale, alcuni fra i volti più famosi delle reti Fininvest dichiarano in televisione il loro appoggio politico, all'interno dei programmi di intrattenimento da loro condotti, scatenando reazioni che in seguito determineranno l'emanazione delle regole per la cosiddetta par condicio elettorale. 
La prima esperienza di governo di Silvio Berlusconi, avviata il 10 maggio 1994, ha però vita dura e breve, e si conclude nel dicembre dello stesso anno, quando la Lega Nord ritira l'appoggio al Governo e avvia una violenta campagna ai danni dell'ex alleato Berlusconi, esplicitamente accusato di appartenere alla mafia.  
Il 22 novembre 1994, mentre presiede a Napoli la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata, Berlusconi si vede recapitare un invito a comparire dinanzi alla Procura di Milano, nell'ambito delle indagini sul suo gruppo.  
Il 22 dicembre Berlusconi rassegna le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Al suo posto viene formato un governo tecnico guidato dal Ministro del tesoro uscente, Lamberto Dini. Berlusconi, che aveva chiesto invano le elezioni anticipate, non sosterrà il nuovo governo.  
Negli anni successivi, Berlusconi attribuirà la responsabilità della caduta del suo governo all'inaffidabilità di Bossi.  
In seguito, anche per il riavvicinamento con la Lega Nord in occasione delle elezioni politiche del 2001, accuserà la magistratura e Scalfaro, il quale, secondo lo stesso Berlusconi, avrebbe indotto Bossi a ritirare l'appoggio all'esecutivo, compiendo «un golpe». 
 
 
 
Campagna elettorale 1996 e capo dell'opposizione fino al 2001 
Le successive elezioni sono vinte da L'Ulivo (con l'appoggio esterno di Rifondazione Comunista), la coalizione di centro-sinistra capeggiata da Romano Prodi. Berlusconi guida l'opposizione di centrodestra fino al 2001. 
Durante la legislatura collabora con Massimo D'Alema alla Bicamerale, che si occupa principalmente di riforme costituzionali e giudiziarie. 
 
Campagna elettorale 2001 e capo del governo fino al 2006 
Le elezioni del 2001 portano alla vittoria la Casa delle Libertà, una coalizione capeggiata da Silvio Berlusconi e comprendente, oltre a Forza Italia, i principali partiti di centrodestra (inclusa la Lega Nord), mentre il centrosinistra si presenta diviso. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, il cosiddetto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui e i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di centinaia di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti. 
L'11 giugno Berlusconi viene per la seconda volta nominato presidente del consiglio, dando inizio al Governo Berlusconi II. Durante il secondo semestre del 2003 ricopre la carica di presidente del Consiglio dell'Unione europea in quanto capo del Governo italiano. 
Dopo la pesante sconfitta della Casa delle Libertà alle elezioni regionali del 2005, si apre una rapida crisi di governo: Berlusconi si dimette il 20 aprile e dopo due giorni viene varato il Governo Berlusconi III che ricalca in gran parte come composizione e azione politica il precedente Governo Berlusconi II. 
 
Campagna elettorale 2006 e opposizione 
Il periodo pre-elettorale è infiammato dalla pubblicazione di sondaggi, commissionati prevalentemente dai quotidiani nazionali, che prevedono una vittoria de L'Unione, la coalizione di centrosinistra formatasi a sostegno della ricandidatura di Romano Prodi alla carica di capo del governo, con circa il 5% di vantaggio rispetto alla Casa delle Libertà. Solo tre sondaggi elaborati su commissione di Berlusconi da una società statunitense attribuiscono un lieve vantaggio per la Casa delle Libertà. 
A marzo 2006, durante la visita ufficiale negli Stati Uniti, è invitato a pronunciare un discorso ai due rami del Congresso degli Stati Uniti riuniti in seduta comune, come era precedentemente accaduto a De Gasperi, Craxi e Andreotti. Durante l'orazione, il presidente del Consiglio ringrazia gli Stati Uniti per la liberazione dell'Italia, durante la seconda guerra mondiale. Nel dicembre 2010 un documento dell'ambasciata americana in Italia, risalente a pochi giorni prima dell'incontro con Bush dell'ottobre 2005 e diffuso da WikiLeaks, ha rivelato che quell'intervento al Congresso era stato esplicitamente chiesto fin dall'autunno da Berlusconi, per fini di campagna elettorale, e che egli avrebbe puntato nella campagna elettorale su una politica estera pro-USA contrapposta a quella europeista di Prodi, soprattutto sulla questione irachena. 
Silvio Berlusconi e Romano Prodi si incontrano in due dibattiti televisivi molto seguiti, andati in onda su Rai 1. Berlusconi conclude il secondo dibattito il 3 aprile annunciando, a sorpresa, di voler eliminare l'imposta comunale sugli immobili (ICI) sulla prima casa. Nei giorni successivi, durante la trasmissione Radio anch'io su Rai Radio 1, promette anche l'eliminazione della tassa sui rifiuti. 
 
L'esito delle elezioni del 2006 è caratterizzato da una forte incertezza perdurata fino al termine dello scrutinio delle schede e si risolve con una leggera prevalenza della coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi, che vince le elezioni. 
Dopo l'esito del voto, Berlusconi inizialmente contesta il risultato delle votazioni denunciando brogli e chiedendo il riconteggio dei voti. Successivamente giudica l'esito un «sostanziale pareggio», e suggerisce di formare un governo istituzionale di coalizione ispirato alla Große Koalition tedesca, proposta però rifiutata dai partiti del centrosinistra e dalla Lega Nord. Prodi viene quindi nominato presidente del consiglio sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra. 
Le Giunte per le elezioni, attivatesi per il riconteggio delle schede bianche e nulle, nel settembre 2007 confermeranno il risultato elettorale. Tuttavia Berlusconi non riconoscerà la vittoria dell'avversario. 
Nel novembre del 2006, annunciando dal palco di un convegno a Montecatini Terme l'intenzione di "convincere tutte le forze politiche della Casa delle libertà a fondersi in un unico grande partito della libertà", viene colto da improvviso malore e conseguente breve perdita dei sensi. 
 
 
 
 
Nascita del Popolo della Libertà, vittoria del 2008 e dimissioni da Presidente del Consiglio nel 2011 
Dal 16 al 18 novembre 2007 Berlusconi ha organizzato una petizione popolare per richiedere elezioni anticipate, con l'obiettivo di raccogliere almeno 5 milioni di firme. Il risultato comunicato da Sandro Bondi è stato di 7.027.734, sebbene ci sia chi ha avanzato dubbi sulla cifra e sulla verifica della regolarità delle adesioni via Internet e via SMS. Con questa cifra alla mano, il 18 novembre durante un comizio in piazza San Babila a Milano Berlusconi ha annunciato lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del Popolo della Libertà, un nuovo soggetto politico contro i «parrucconi della politica», che fonderà insieme a Gianfranco Fini.  
Il giorno successivo, in una conferenza stampa tenuta a Roma in Piazza di Pietra ha sostenuto che «il bipolarismo […] nella presente situazione italiana, con la frammentazione dei partiti che esiste, non è qualcosa che può funzionare per il governo del Paese» e ha dichiarato la sua disponibilità a trattare per la realizzazione di un sistema elettorale proporzionale puro con sbarramento alto per evitare il frazionamento dei partiti. 
Berlusconi ha affermato che il nuovo partito «intende rovesciare la piramide del potere» e che la scelta del nome, dei valori, dei programmi, dei rappresentanti e del leader del nuovo soggetto politico spetta ai cittadini e non alle segreterie. Una successiva petizione popolare tenutasi il 1º e 2 dicembre 2007 ha stabilito, con il 63,14% delle preferenze, che il nome di tale formazione politica fosse Il Popolo della Libertà. Tale nome era già stato utilizzato per definire i partecipanti alla manifestazione contro il Governo Prodi tenutasi il 2 dicembre 2006 che aveva visto, secondo gli organizzatori, scendere in piazza 2.200.000 persone. 
 
Durante la XV legislatura Berlusconi come deputato è stato l'onorevole più assenteista: 4623 assenze su 4693 votazioni parlamentari. 
Il 14 aprile 2008 la coalizione formata da Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia a sostegno della candidatura di Silvio Berlusconi a presidente del consiglio ha vinto le elezioni politiche con circa il 47% dei voti e ha ottenuto un'ampia maggioranza in entrambi i rami del Parlamento.  
Il successivo 8 maggio, con il giuramento nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Berlusconi ha inaugurato il suo quarto governo. 
Il 30 agosto 2008 il leader libico Muhammar Gheddafi e Berlusconi hanno firmato un trattato di Amicizia e Cooperazione nella città di Bengasi. Tale trattato offre una cornice di partenariato tra i due paesi e comporta il pagamento da parte dell'Italia di 5 miliardi di dollari (tramite esborso di 250 milioni di dollari all'anno per 20 anni) alla Libia come compensazione per l'occupazione militare.  
In cambio, la Libia prenderà misure per combattere l'immigrazione clandestina dalle sue coste, e favorirà gli investimenti nelle aziende italiane. Il trattato è stato ratificato dall'Italia il 6 febbraio 2009 e dalla Libia il 2 marzo, durante una visita di Berlusconi a Tripoli. 
 
Il 29 marzo 2009 Silvio Berlusconi viene eletto all'unanimità e per alzata di mano presidente del Popolo della Libertà. 
Il 3 febbraio 2010 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante la sua visita in Israele, ha tenuto un discorso alla Knesset, il parlamento israeliano: era la prima volta che un Presidente del Consiglio italiano parlava davanti al Parlamento israeliano. Nel suo intervento, Berlusconi ha definito «un'infamia» le leggi razziali del 1938 e ha assicurato che l'Italia guarda al popolo ebraico come a «un fratello maggiore». 
 
La sera del 12 novembre 2011, dopo l'approvazione della Legge di stabilità 2012 in entrambe le camere del Parlamento, Silvio Berlusconi, come aveva precedentemente accordato con il capo dello Stato Giorgio Napolitano, sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio dei ministri e quelle del suo Governo, a causa della perdita della maggioranza assoluta alla Camera dei deputati e della grave crisi finanziaria che attanaglia il paese assieme a quelli di altri stati europei. Dal 16 novembre gli succederà il Governo Monti. 
 
 
 
 
Nuova candidatura, condanna e ritorno a Forza Italia 
Dopo aver presentato formalmente il passaggio di consegne con quest'ultimo atto politico, Berlusconi partecipa come deputato ad alcune iniziative parlamentari diradando però le sue uscite pubbliche. 
 
Nel pomeriggio del 24 ottobre 2012 in un comunicato stampa ufficiale, Berlusconi annuncia di non volersi ricandidare alla Presidenza del Consiglio, dando il benestare alle primarie per la scelta del candidato Presidente del Consiglio del centro-destra per il 16 dicembre. 
 
Tuttavia, nelle settimane successive si rincorrono con sempre maggiore insistenza voci che danno Berlusconi pronto a candidarsi nuovamente, suscitando reazioni contrapposte all'interno del mondo politico. Il 6 dicembre 2012 il segretario del PdL Angelino Alfano annuncia la candidatura di Berlusconi alle elezioni politiche del 2013, aggiungendo contestualmente che non si terranno più le primarie del partito. Due giorni dopo, è lo stesso Berlusconi a confermare la sua decisione di scendere nuovamente in campo. Alle successive elezioni la coalizione di centro-destra viene battuta da quella guidata da Pier Luigi Bersani con un scarto di soli 300 000 voti, mentre Berlusconi viene eletto per la prima volta come senatore. Pur vincendo, il centro-sinistra non ha i numeri sufficienti per governare da solo; nell'aprile 2013 il PdL accetta di formare un governo di larghe intese insieme al Partito Democratico e Scelta Civica, con Enrico Letta presidente del Consiglio. 
Dopo la sconfitta incassata, seppur minima come distacco nelle politiche, e il pesante tonfo uscito dalle urne nelle ultime amministrative, il 29 giugno 2013, Berlusconi annuncia l'intenzione di rifondare Forza Italia come movimento politico autonomo. Il 16 novembre il Consiglio Nazionale del partito ha poi sancito la rinascita di Forza Italia, passando all'opposizione del Governo Letta. 
 
Il 1º agosto 2013 Berlusconi viene condannato in via definitiva dalla Cassazione per frode fiscale, nell'ambito del cosiddetto processo Mediaset iniziato circa 8 anni prima; il collegio dispone tuttavia il rinvio alla Corte d'appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. Il 4 ottobre la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha votato a favore della decadenza di Berlusconi da senatore per effetto della legge n. 235 del 31/12/2012, cosiddetta legge Severino. Il 19 ottobre la Corte d'appello condanna Berlusconi a due anni di interdizione dai pubblici uffici, accogliendo le richieste dell'accusa e respingendo le tesi della difesa, che dispone il ricorso in Cassazione. Si legge nelle motivazioni della sentenza che l'evasione è aggravata dalla posizione pubblica che il leader del PdL occupa. 
Il 27 novembre 2013 il Senato convalida la decadenza da senatore di Berlusconi, respingendo nove odg presentati da Forza Italia in contrapposizione alla delibera della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che si era espressa per la mancata convalida dell'elezione dell'ex Presidente del Consiglio a senatore nella circoscrizione Molise, per effetto del decreto legislativo n. 235 del 31 dicembre 2012 ("Legge Severino"). Al suo posto andrà il primo dei non eletti, Ulisse Di Giacomo, che ha aderito al Nuovo Centrodestra. 
Dopo la decadenza da senatore, Berlusconi ha affermato di volersi candidare alle Europee, ma il 18 marzo 2014 la Cassazione ha confermato l'interdizione di 2 anni dai pubblici uffici e, di conseguenza, la sua incandidabilità. 
 
 
 
 
Il 19 marzo 2014 si autosospende dalla carica di Cavaliere del Lavoro 
Il 15 aprile 2014 il Tribunale di sorveglianza di Milano, in esecuzione della condanna definitiva nel processo Mediaset, dispone per Berlusconi l'affidamento in prova al servizio sociale. L'esecuzione della pena ha termine il successivo 8 marzo 2015 e Berlusconi riacquista la piena libertà, pur permanendo la sua incandidabilità sino al 2019 per effetto della legge Severino. 
Nel 2016 Berlusconi e Forza Italia si schierano in senso contrario alla riforma costituzionale promossa dal governo Renzi, che nel referendum confermativo tenutosi il 4 dicembre viene respinta con quasi il 60% di voti contrari. 
 
Elezioni del 2018 e perdita della leadership di centro-destra 
Alle elezioni politiche del 2018, Berlusconi non può ufficialmente candidarsi ad alcun incarico, ma risulta indicato come leader della lista "Forza Italia - Berlusconi Presidente". Dopo il voto, che assicura la maggioranza relativa alla coalizione di centro-destra, Berlusconi si presenta alle consultazioni come leader di Forza Italia e insieme agli altri esponenti del centro-destra indica, senza successo, come candidato presidente del consiglio il segretario della Lega Matteo Salvini, in quanto leader della lista più votata della coalizione. 
Il 24 aprile e il 10 maggio 2018 nelle sale cinematografiche italiane escono le due parti di Loro, film di Paolo Sorrentino sulle vicende professionali, politiche e private di Berlusconi. Quest'ultimo prima che il film uscisse aveva dichiarato: «Spero che non sia un'aggressione politica e nei miei confronti», e il regista aveva di conseguenza assicurato che il suo film non fosse un attacco alla sua persona. 
Il 12 maggio 2018 il Tribunale di Sorveglianza di Milano lo riabilita dalla pena per frode fiscale a cui era stato condannato nell'agosto 2013, rendendolo perciò candidabile una volta decaduti gli effetti della legge Severino che per sei anni prevedevano la sua esclusione dalla vita pubblica. 
 
 
 
 
Elezioni europee del 2019 
In vista delle elezioni europee del 2019 e della sua riabilitazione alla vita politica, manifesta l'intenzione di candidarsi, proponendosi come capolista in tutte le circoscrizioni (ad eccezione dell'Italia centrale, dove il ruolo è ricoperto da Antonio Tajani). 
Il 26 maggio viene eletto europarlamentare, risultando anche il secondo candidato più votato d'Italia con circa 560.000 preferenze personali (dietro al solo Matteo Salvini). Si insedia il 2 luglio, scegliendo la circoscrizione Italia nord-occidentale; inoltre, con i suoi 82 anni, è anche l'eurodeputato più anziano della legislatura. 
 
Candidatura a Presidente della Repubblica del 2022 
Nel corso dell'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2022, il centro-destra manifesta l'intenzione di votare per Berlusconi, il quale però in seguito ritirerà la sua disponibilità alla candidatura. 
 
Elezioni politiche del 2022 
Alle elezioni politiche in Italia del 2022 si ricandida per il Senato della Repubblica, a 9 anni dalla sua decadenza, ed è eletto nel collegio uninominale Lombardia - 06 (Monza) con il 50,26%, superando la candidata del centrosinistra Federica Perelli (27,14%) e il candidato di Azione - Italia Viva Fabio Giovanni Carmelo Albanese (10,18%).  
Nello stesso periodo viene riportato dalla stampa che egli mirasse alla presidenza del Senato, ma l'indiscrezione è smentita da Berlusconi stesso. 
 
Malattia e morte 
Il 5 aprile 2023 viene ricoverato presso l'ospedale San Raffaele di Milano, a causa di una polmonite sorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica di cui era affetto; viene dimesso dopo 45 giorni, di cui 12 in terapia intensiva, il 19 maggio.  
Il 9 giugno 2023 viene ricoverato nuovamente al San Raffaele per una serie di controlli legati alla sua patologia; il suo quadro clinico si aggrava nei giorni successivi.  
Questa mattina, 12 giugno 2023, ne è stata annunciata la morte. 
 
In ultimo, Signor Presidente, vorrei ricordarla, anche, con alcune sue battute che sono rimaste nell'immaginario collettivo. 
In Italia e all'estero grande risalto mediatico hanno ricevuto alcune Sue dichiarazioni, battute di spirito e comportamenti irrituali che gli hanno dato una fama di gaffeur, contribuendo nel contempo a caratterizzare la sua immagine pubblica.  
Secondo Peter Weber questi episodi avrebbero contribuito a far riemergere vecchi pregiudizi nei confronti della politica estera italiana condotta con «ambizione e leggerezza». 
 
 
 
 
Nel settembre 2001, in seguito agli attentati terroristici sferrati da al-Qa'ida agli Stati Uniti, dichiarò: «Noi dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, il nostro è un sistema che ha garantito il benessere, il rispetto dei diritti umani e, a differenza dei paesi islamici, il rispetto dei diritti religiosi e politici. Un sistema che ha come valore la comprensione delle diversità e la tolleranza».  
L'affermazione suscitò le proteste di diverse nazioni islamiche e della Lega araba. 
 
Nel 2003, particolarmente controversa fu la polemica che al Parlamento europeo – in occasione del suo esordio come presidente del Consiglio dell'UE – lo vide opposto all'eurodeputato socialista tedesco Martin Schulz, che lo criticò per i suoi problemi giudiziari, per il suo rapporto con l'informazione, e che lo accusò di avere un conflitto d'interessi. Berlusconi replicò all'intervento dell'eurodeputato dicendo: «Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta facendo un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò, lei sarebbe perfetto».  
Alle critiche da parte di alcuni europarlamentari, Berlusconi rispose rivolgendo un «turisti della democrazia» all'ala sinistra del Parlamento che lo contestava.  
Il presidente Pat Cox lo invitò a scusarsi, ma Berlusconi replicò: «Il signor Schulz mi ha offeso gravemente e personalmente, era solo una battuta ironica e non la ritiro». 
 
In seguito all'elezione dell'afroamericano Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, Berlusconi, durante una conferenza stampa congiunta con il nuovo presidente russo Dmitrij Medvedev al Cremlino, affermò: «Ho detto a Medvedev che Obama ha tutto per andare d'accordo con lui: è giovane, bello e anche abbronzato». La frase suscitò polemiche poiché il termine "abbronzato" (in inglese tanned o suntanned) è stato talvolta impiegato in maniera dispregiativa nei confronti delle persone di colore. In seguito Berlusconi affermò che la sua intenzione era quella di rivolgere ad Obama «una carineria assoluta, un grande complimento», e definì «imbecilli» chi aveva criticato la dichiarazione.  
I media internazionali diedero ampio risalto alla vicenda.  
 
 
 
 
Il 27 settembre 2009 tornò sull'argomento dicendo: «Vi porto i saluti di uno che si chiama [...] uno abbronzato... Ah, Barack Obama. Voi non ci crederete, ma sono andati a prendere il sole in spiaggia in due, perché è abbronzata anche la moglie». 
 
Non La dimenticheremo, Presidente 
L'Italia piange. 
Grazie. 
 
 
 
PS: Me lo permetterà. 
I suoi fan hanno creato una piccola foto che la ritrae dopo aver lasciato questo mondo. 
 
 
 
Ci conceda il ricordo. 
Buon riposo 
12 Giugno  2023