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Fondato e diretto, nel 2003, da Ninni Raimondi
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La grande sceneggiata? Ecco a chi e a cosa è servita la fugace rivolta della Wagner 
di Ninni Raimondi
 
 
La grande sceneggiata? Ecco a chi e a cosa è servita la fugace rivolta della Wagner 
 
Quali saranno le conseguenze della prova di forza della Wagner? Putin adesso è più forte o più debole? La Russia rischia di sprofondare nel caos oppure la “normalità” è stata ripristinata? Il ribelle Prigozhin ha agito da solo, d’impulso, oppure era appoggiato da qualche ufficiale dell’esercito regolare russo? E’ forse presto per rispondere a queste – e a molte altre – domande che tutti si pongono in queste ore, ammesso che un giorno sapremo come sono andate davvero tutte le cose. Perché a Mosca l’ambiguità regna sovrana e mai come oggi sembra calzante quel “la Russia è un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma”.  
 
Qualcosa però inizia a saltare fuori, spifferi più che certezze, voci che corrono e si rincorrono sui media internazionali. Una su tutte: i servizi segreti americani sapevano tutto, esattamente come erano ben informati gli 007 russi. Scontato, si dirà, altrimenti che servizi sono? Ma perché allora nessuno ha mosso paglia, consentendo la fugace cavalcata della Wagner? A chi è servita la rivolta? Soltanto a queste domande, oggi, siamo forse in grado di rispondere. Al netto delle imperanti, come al solito, ipotesi bislacche di ogni sorta che si sprecheranno anche nelle prossime settimane. Quelle, d’altronde, sono l’unica garanzia di questi tempi. 
 
A chi e a cosa è servita la rivolta della Wagner 
Stando a quanto riportato dal New York Times, che cita fonti anonime dei servizi statunitensi, la Casa Bianca e il Cremlino sapevano dell’imminente rivolta di Prigozhin. Lo stesso Putin sarebbe stato allertato delle intenzioni del capo della Wagner già da alcuni giorni. Secondo il Nyt, gli Usa hanno taciuto perché se l’intelligence americana avesse rivelato i piani di Prigozhin, a Mosca avrebbero accusato Washington di aver aizzato (o quantomeno sostenuto) la Wagner. Viceversa, il presidente russo avrebbe monitorato la situazione, evitando di ordinare un immediato attacco alla Wagner proprio perché intendeva integrarla nell’esercito russo. Non può farne a meno nell’attuale scenario geopolitico, ne ha bisogno non solo in Ucraina, ma anche in Africa e in Medio Oriente. Ecco allora come potrebbero essere andate le cose e a chi (e a cosa) sarebbe servito l’ammutinamento della Wagner. 
 
Due settimane fa, dopo mesi di attacchi verbali di Prigozhin, il Cremlino ha ordinato alla Wagner un atto di sottomissione al ministero della Difesa. Il gruppo andava integrato nell’esercito russo, prendendo ordini direttamente da Mosca e non dall’ex chef amico di Putin. A quel punto Prigozhin avrebbe deciso di organizzare una rivolta, per non farsi tagliare fuori e per rilanciare, passando all’incasso. Restano senz’altro molti punti oscuri su quanto accaduto nelle ultime 48 ore (ad esempio, che fine ha fatto il ministro della Difesa, Sergej Shoigu, del quale Prigozhin chiedeva la testa?) quel che è certo però è che a Washington una destabilizzazione reale della Russia non conviene, perché il caos è imprevedibile, dunque ingestibile. E perché se Putin dovesse cadere adesso non è affatto detto che il suo posto verrebbe preso da una colomba pronta a dialogare serenamente con l’Occidente. Anzi, è verosimile il contrario, ovvero che al Cremlino si sieda un falco ancora più “aggressivo”. 
 
Allo stesso tempo per il presidente russo disinnescare la possibile minaccia di Prigozhin, senza spargimenti di sangue, può servire a rinsaldare il potere interno. In qualche modo ne escono bene tutti i protagonisti di questa surreale vicenda, anche Prigozhin che così potrebbe mantenere il controllo della Wagner, o almeno di buona parte di essa, facendo saltare l’iniziale piano del Cremlino. E’ verosimile che l’accordo finale, con la “strana” mediazione del leader bielorusso Lukashenko, sia questo: nulla cambia a Mosca, ma la Wagner può continuare ad agire in autonomia, per quanto grazie al sostegno e ai rifornimenti assicurati dal Cremlino.  
 
 
26 Giugno  2023