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Clandestini, Ungheria e Polonia dicono no alla “solidarietà obbligatoria” 
di Ninni Raimondi
 
Clandestini, Ungheria e Polonia dicono no alla “solidarietà obbligatoria”: ma è il piano Ue ad essere un disastro 
 
Sui clandestini Ungheria e Polonia dicono no al piano Ue, opponendosi per l’ennesima volta a un principio assurdo, oltre che per nulla contrastante il fenomeno. Il contesto è il Consiglio Europeo svoltosi ieri, come riporta l’Ansa. 
 
Clandestini, il no di Ungheria e Polonia 
Viktor Orban e Mateus Morawiecki rifiutano decisamente. Per la stampa mainstream “si mettono di traverso”, come se il principio enunciato rappresentasse la salvezza assoluta. Ma c’è ben poco da dire sul “no” espresso da Ungheria e Polonia al Consiglio Europeo di ieri. “I leader non hanno approvato le conclusioni” sul dossier, raccontano le fonti Ue. Balázs Orbán, direttore politico del premier ungherese Orban, lo aveva preannunciato su Twitter: “Sarà una lunga notte!”. Poi aveva aggiunto: “Bruxelles spinge per un testo pro-immigrazione, mentre il duo polacco-ungherese combatte e resiste insieme: una grande battaglia è in corso al Consiglio Europeo sul Patto sulla migrazione”. Le indicazioni ufficiali però, sono sempre le stesse: “Il Consiglio europeo conferma che, nel contesto delle misure di solidarietà che sono ugualmente valide, il ricollocamento e il reinsediamento saranno su base volontaria”. Così la questione viene, per l’ennesima volta, rimandata. 
 
Il piano Ue è un disastro, ecco perché 
Tutti i giri di parole che si possono esibire non riescono ad uscire dal circolo vizioso che rappresenta il presunto “piano Ue” sull’immigrazione. Un “piano” che però impone sostanzialmente di far entrare clandestini all’infinito, al di là del presunto “realismo della spartizione” che altro non fa che accettare il fenomeno senza risolverlo, come abbiamo già spiegato in passato e anche di recente. La stampa nazionale si preparerà a sostenere come Orban, “l’amico della Meloni” gli stia in realtà mettendo i bastoni tra le ruote, laddove invece il presidente ungherese sostiene un principio di buon senso che dovrebbero seguire tutti, ovvero: piantarla con l’accoglienza e gli arrivi indiscriminati e iniziare a praticare poliitiche in senso diametralmente opposto. 
 
30 Giugno  2023