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Formazione in Ghana, lavoro in Italia: ecco a voi la “sostituzione tecnica” 
di Ninni Raimondi
 
Formazione in Ghana, lavoro in Italia: ecco a voi la “sostituzione tecnica” 
 
Volevate una grande sostituzione? Eccola qui. Confindustria lancia in Ghana una “academy” per formare manodopera: il progetto del presidente di Alto Adriatico – Michelangelo Agrusti – è stato presentato ieri e si pone l’obiettivo di far fronte ai problemi di calo demografico e carenza di manodopera in un territorio, quello del Friuli Venezia Giulia, fortemente manifatturiero. Ecco a voi la ricetta: formazione in Ghana (con i soldi dei contribuenti italiani) per fare concorrenza agli studenti e lavoratori italiani. 
 
Sostituzione etnica o tecnica? 
Ci dicono che la sostituzione etnica non esiste: eppure – complotto o no – quello che si sta verificando nel panorama industriale italiano è una vera e propria importazione di manodopera straniera, formata e competitiva, favorita – va detto – dal decreto flussi del governo Meloni. A marzo infatti, le parole del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso erano state molto chiare, anche se stranamente sottovalutate: “importiamo immigrati su richiesta delle imprese”. Come i suoi omologhi Francesco Lollobrigida (“quest’anno il governo italiano intende far entrare 500.000 migranti regolari”) e Antonio Tajani (“apriremo a decine di migliaia di migranti regolari”), che si erano già espressi sulla necessità di “importare” lavoratori qualificati per le imprese italiane, Urso ha infatti dettato l’agenda di quella che è a tutti gli effetti una “sostituzione tecnica” dei lavoratori italiani, molto più pericolosa di quell’immigrazione selvaggia sperimentata grazie al “laissez-faire” – o sarebbe meglio dire complicità – della sinistra alle Ong. Molto più pericolosa perchè spalanca le porte ad un’immigrazione regolare e per di più qualificata in contesti già a rischio desertificazione industriale: una concorrenza spietata in casa, foraggiata con i soldi degli stessi contribuenti – come nel caso del progetto di Confindustria – che pone una seria minaccia al pari del fenomeno scafista. 
 
Quale futuro per gli studenti? 
E per gli studenti italiani? Che possibilità hanno rispetto a questa “concorrenza”, soprattutto dove progetti fallimentari ed assassini come i PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) non hanno fornito quel tipo di competenza che ora si cerca dall’estero? Per cosa sono morti Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta? Dal 2017 al 2021 sono stati 74 i ragazzi sotto i 19 anni a perdere la vita sul lavoro: a cosa sono servite le loro morti? È questo il panorama che si offre ai giovani italiani: contratti precari, salari tra i più bassi d’Europa anche per le specializzazioni più richieste (ad esempio gli infermieri), ed infine l’emigrazione forzata. Un imbuto sempre più stretto tra precariato e immobilità sociale: come crede questo governo di porre una seria alternativa alla globalizzazione inserendosi in questa dinamica di sfruttamento e standardizzazione al ribasso?  
 
Insomma, l’obiettivo dovrebbe essere quello di rimettere in moto un “ascensore sociale” che consenta una maggiore mobilità sociale di studenti e lavoratori – sempre più costretti e immobilizzati dal censo di appartenenza – di sicuro non quello di portare in Italia una manodopera che farà crollare ancora di più gli stipendi e la qualità del lavoro. Ogni mossa in tale senso è folle, nel migliore dei casi, in malafede nella peggiore. Cosa c’è di più pericoloso di una Ong che va a prendere i migranti sulle coste? Risposta: il Governo e la Confindustria che vanno a prenderli a casa. 
 
30 Giugno  2023